Review by Sandro Lo Castro for giornalemetal.it.
“Quasi settanta minuti di pura arte, che ingloba all’interno oltre i generi già citati prima, anche una buona dose di grind core, crust e la classe sublima, della musica barocca.”
Dalla sempre affascinante Francia e precisamente da Parigi, fa la sua comparsa una delle più particolari e interessanti realtà musicali oscure francesi, i Non Serviam appunto. Il nuovo album, pubblicato per la sempre attenta a queste tipologie di lavori, Aural Music/Code 666, ha come titolo Le Coeur Bat. Quello che va innanzitutto detto, è che la proposta dei suddetti parigini non è alla portata di tutti i gusti, in particolar modo per i puristi o intransigenti di ogni genere metal e affini. Se qualcuno cercherà un filo continuo a quello che dovrebbe rappresentare il metal in generale, sia estremo che melodico, può tranquillamente fermare qui la lettura, perché non troverà probabilmente alcun interesse in questo nuovo lavoro. I brani, iniziando dalla prima e lunghissima suite di ben venticinque minuti, sono assai personali e oscuri, destabilizzando ( nel senso più positivo del termine ovviamente…) in svariati momenti l’ascoltatore, in quanto il sound è diviso tra elettronica, black metal primordiale, industrial, trip hop e una buona dose di suoni psichedelici, da far rabbrividire chiunque. Praticamente potevano benissimo uscire con questo solo lungo brano, ma questi oscuri signori non si sono fermati nel modo più assoluto perché sono riusciti ad alzare ancora l’interesse verso questo lavoro, mediante canzoni assai sorprendenti in fatto di bellezza, atmosfere e classe come la successiva e stupenda Infanticide, un vero gioiello di arte fatta in musica. I suoni sono a volte, appositamente claustrofobici ma sempre ben distinguibili in ogni loro nota cupa e grigia. Si avverte qualcosa di molto intimo all’interno di Salem, brano avvolto da un alone buio, dannato e maledetto, portatore di un fascino strano, di cui non se ne può fare a meno. Se l’ansia sale e rimane alta con i sette minuti di S’evaporer, la brutalità marziale ed elettronica s’impadronisce della successiva e più metallizzata I Watch You From Afar. Ci sorprendono ancora i Non Serviam con un brano intriso di un groove maledettamente acido e attraente, Inno Individualista, che ricorda i vecchi Aborym, se vogliamo fare un paragone di quelli eccellenti. Si arriva alla chiusura di questo spettacolare album con un altro brano davvero bello e per certi versi melodico, se ci concedete il termine, Je Contre, rappresenta in modo esemplare ciò che sono oggi i Non Serviam, una band unica nel proprio indefinito genere. Quasi settanta minuti di pura arte, che ingloba all’interno oltre i generi già citati prima, anche una buona dose di grind core, crust e la classe sublima, della musica barocca.